AppariScienZa: ovvero, come valutiamo il lusso?

L’abito non fa il monaco e questo vale anche per gli oggetti di lusso o altissimo livello. Non farsi abbagliare da brand e chiacchere porta ad avere grandi soddisfazioni.

Spesso si crede che un oggetto debba dimostrare il proprio valore con un estetica che lo urli a squarciagola tramite determinate caratteristiche. Siano essi colori o materiali l’essenziale è che sia semplice capire che sia qualcosa che costa, molto. Ci sono determinati particolari che vengono unanimemente riconosciuti come di pregio, ricercati, in poche parole di LUSSO. Anche chi non ha la benché minima nozione in proposito può tranquillamente supporre che una borsa in coccodrillo o pitone abbia un costo elevato; cito questi come esempio perché semplici da reperire nell’immaginario comune. Se poi a tale particolare affiancate un nome se non di pregio quantomeno globalmente famoso e riconosciuto il gioco è fatto; quello è un oggetto di LUSSO e possederlo rivendica una sorta si status sociale.

Discorso semplice dopotutto no? Certo mi direte voi. Ma in certi casi ciò non vale.

Questo capita più spesso nel mondo dei piccoli brand di nicchia, con produzione ridotte, manovalanza super-specializzata, attenzione elevatissima alla qualità dei materiali ed alla scelta degli stessi, alto livello delle rifiniture, possibilità di personalizzazione di molti aspetti dell’articolo. Poi ci sono le produzioni strettamente artigianali che non vuol dire siano su misura ma il più delle volte prevedono tirature limitatissime di qualche decina di paia, sempre con una particolare attenzione alla qualità ed alla fattura. Ed anche qui quasi sempre il prezzo non è l’unico fattore indicativo del livello dell’artigiano poiché in quest’ambito valgono regole diverse dettate dalla qualità non solo dei materiali ma anche della mano che li ha creati.

Molte volte sono gli occhi più attenti ed esperti a poter godere il piacere di scovare certe chicche. Capita le si veda indossate o presentate senza clamore in un negozio e tra appassionati ed adepti del #belloebenfatto c’è una sottile intesa, complicità quasi sia nel mostrare/portare un dato articolo sia nel dimostrare di averlo riconosciuto. Chi indossa capi od accessori di alto livello non brandizzati non lo fa come dimostrazione di successo alla “massa” ma per un proprio piacere che consiste ANCHE nel sapere che lì fuori, da qualche parte, qualcun’ altro in grado di apprezzarlo c’è e magari si lascerà sfuggire una fugace occhiata di approvazione.

Indipendentemente dal #brand o dal nome di chi ha creato un oggetto quel che conta sono le sue qualità intrinseche. L’artigiano avendo una sua linea guida non ha limiti imposti e può far si che quelle qualità siano espresse al massimo delle loro possibilità. Ecco un’ esempio eclatante, quanti crederebbero senza dubbi che qui sotto sia presentata una calzatura prodotta con uno dei pellami universalmente più pregiati ed apprezzati e creata da uno dei nomi più rinomati della calzoleria mondiale? Tra quelle presentate qui sopra e questa un vero appassionato non ha il benché minimo dubbio sulla scelta. Vi sembrerà strano eppure è così. Non farsi mai ingannare dalle apparenze, nell’artigianato questo conta più che mai. E vale non solo per il prodotto in sé ma anche per chi lo presenta.

Un oggetto creato a mano con passione e dedizione dovuta ad un lungo apprendistato che oltre alle competenze spinge anche alla ricerca del proprio stile, della propria idea che poi si materializzerà in oggetti con un segno distintivo. Ognuno avrà il suo ma per chi compra questi articoli ci sarà sempre un filo conduttore che li accomuna e questo sarà la QUALITA’.

Qualità che vi consentirà di avere qualcosa che non solo potrà accompagnarvi anni, assumendo connotati dovuti alla vostra personalità e assorbendo i segni del tempo, mutando ma che vi consentirà talvolta addirittura di tramandare. Quel che è fatto bene ha il valore aggiunto di poter essere riparato, meglio è progettato/creato più facile sarà ripararlo, adeguarlo al passare del tempo, ai cambiamenti fisici o stilistici restando sempre comunque con voi. Tutto questo per spiegarvi quali siano i vantaggi di un acquisto probabilmente più costoso di quanto vi propone il semplice sistema fast fashion, che vi priva della vostra identità guidandovi verso scelte preconfezionate mirate a far spendere meno ma spesso, buttando velocemente e quindi sprecando.

Fateveli due conti in tasca seriamente, vedete cosa vi serve realmente e come ottenere da questo il massimo risultato. Vedrete che, giocoforza, l’asticella penderà dalla parte di ciò che mira alla vostra soddisfazione duratura, non all’innamoramento fugace. E poi, diciamocelo, un’ acquisto ben pensato, atteso, desiderato, pianificato nel modello, spesa economica, stile… quanta soddisfazione in più vi dà?! Quindi come ho fatto più volte vi invito a soppesare, toccare, osservare, annusare ciò che state per comprare. Sì, anche annusare perché se un articolo in pelle ne porta l’odore è già un bel biglietto da visita. Distaccatevi dalla necessità di un nome famoso, andate oltre!

Seguiteci e imparerete anche riconoscere i tratti distintivi, ci impegniamo per far si che questo possa avvenire per il maggior numero di voi. Per il futuro abbiamo grandi progetti in proposito, ne godrete ancora di più i risultati.

A presto e … buoni passi!

Giacomo

Tips&Tricks per camminare bene! PT. 1

Ben ritrovati! In questo nuovo articolo vi darò alcune indicazioni di massima per capire come prendervi cura delle vostre calzature e come scegliere il tipo di scarpa a seconda dell’utilizzo che ne dovrete fare. E’ una guida per lo più dedicata alla stagione calda, paradossalmente il momento più complicato per acquistare scarpe; perchè se da un lato la possibilità di scelta diventa enorme dall’altro la loro struttura è decisamente striminzita e quindi più complicato che assolvano il loro compito egregiamente. Perchè non sia troppo in una volta sola dividerò in più parti. BUONA LETTURA!

PRENDERSI CURA DEI SANDALI IN CUOIO E PELLE.

Ecco il primo suggerimento. A molti capiterà a fine stagione estiva di archiviare i sandali in cuoio-pelle semplicemente lasciandoli in scarpiera in o buttandoli in una scatola fino alla prossima estate. Poi quando vengono ripresi sono abbastanza duri, secchi, poco confortevoli. Ora, tralasciamo il fatto che bisognerebbe dar loro un po’ di cura anche prima del letargo invernale. Vediamo Cosa fare una volta che li riprendete in mano. La pelle è un materiale che possiamo considerare “vivo” poiché ha bisogno di idratazione per rimanere elastica e comoda sulla pelle, sopratutto nuda. E per questo scopo esistono le varie creme da scarpe.

Però con i sandali noi andiamo ad appoggiare la nostra epidermide direttamente sulle superfici trattate con queste creme che, per quanto noi possiamo selezionare la composizione chimica migliore quasi sempre di agenti coloranti, impermeabilizzanti, allarganti o conservanti si tratta. E con il sudore della pelle è possibile che tutto ciò porti qualche reazione da parte del nostro organismo. E quindi? Io le scarpe di cuoio-pelle che utilizzo scalzo, durante la stagione estiva le tratto con creme delicate nate per la cura del corpo. Solitamente creme bio, a base di olio di argan o olio di mandorle ed idratanti. La calzatura torna velocemente morbida, molto piacevole da utilizzare e spesso anche profumata. E molto più salutare nel contatto con la pelle.

Ovviamente trattamento da ripetere a seconda della frequenza di utilizzo della scarpa. Il bello è che essendo creme per il corpo potrete distribuirle direttamente con le mani. Preciso che non danno alcun tipo di protezione dall’acqua ma in caso ad esempio di pioggia consentono alla scarpa di superare la prova con più facilità.

ATTENZIONE AI MATERIALI!

Particolarmente per: fodera, tomaia, sottopiede, suola.

Altro argomento essenziale per il periodo estivo è il materiale con cui è creata la scarpa.

Cominciamo dicendo che tutti i TESSUTI non si allargano. MAI. Sopratutto quando vengono utilizzati per creare la tomaia di una calzatura dato che sono sempre di trama molto fitta per conferire maggior robustezza. Spesso la fodera interna è in pelle, su cui viene applicata la tomaia, ma questo conta solamente per quanto riguarda la traspirabilità e il comfort. Difficile trovare una calzatura sfoderata perchè deve essere molto attenta sia la scelta dei materiali sia la costruzione: il piede viene direttamente a contatto e il rischio che lo sfregamento rechi fastidio è alto. Tornando alla fodera; fate attenzione che sia vera pelle, così come il sottopiede. Se avete qualche lecito dubbio vi può venire in aiuto un piccolo adesivo che per legge deve essere applicato almeno su una delle due calzature e rappresenta una breve legenda dei materiali utilizzati. Lo vedete qui sotto.

Ovviamente ogni parte che venga a contatto con il piede dovrebbe essere il più naturale possibile. Quindi per la fodera pelle o tessuto e per il sottopiede pelle. Il tessuto nei sottopiedi porta sfregamento e possibile irritazione così anche ogni tipo di materiale sintetico. In questo caso possibili anche allergie dovute alla reazione tra l’acido del sudore e i vari agenti chimici presenti. Rischio quasi nullo se il sottopiede è in vera pelle, anzi assorbirà anche una parte del sudore per poi rilasciarlo una volta tolte. Quindi se fodera e sottopiede sono in “altri materiali” meglio starne lontani. A meno che non si tratti di calzature per un qualche uso professionale o sportivo ma qui entriamo in un’ altro ambito.

Qui sotto potete vedere un piccolo extra che purtroppo non viene preso in considerazione quasi da nessuna etichetta: il cuoio rigenerato. Cos’è?! Cominciamo dicendo che il CEN (Comitato Europeo di Nomazione ) ha ritenuto che per dargli un nome la terminologia adatta fosse “RIGENERATO DI FIBRE DI CUOIO” e la definizione di cosa tecnicamente sia, fosse questa: “Materiale costituito da pelli conciate disintegrate meccanicamente e/o chimicamente in particelle fibrose, piccoli pezzi o polveri e, successivamente, con o senza la combinazione di legante chimico, trasformato in fogli.” E qui sotto potete vedere come si presenti la dicitura sulla suola e l’aspetto che assume una volta cominciato ad usurarsi.

Ora, per quanto sia assolutamente giusto l’intento di riutilizzare gli scarti di cuoio e pellami, finchè si tratta di impiegarli per alcune parti ok. Ad esempio per i contrafforti va benissimo e va tutto a vantaggio anche dell’ambiente ma vi assicuro che una suola costruita con questo materiale ha una vita breve, difficilmente la gomma vi si aggrappa bene, se si bagna è un disastro. Quindi se in una scarpa vedete la dicitura di cui sopra sappiate che vale la pena solo se costa davvero poco e dovete farne un uso “spensierato”. E’ comunque un po’ meglio della gomma di bassa lega, per quanto riguarda sudorazione e traspirabilità.

Qui termina la prima parte di questa piccola guida, siate altruisti e CONDIVIDETE, potrà essere d’aiuto a più persone di quante pensiate. Buoni passi e a presto!

Giacomo.

Idea VULCANICA ma…

Buongiorno a tutti! Eccoci qui per un’altro articolo riguardante piccole accortezze da prendere prima di acquistare un paio di scarpe. Oggi voglio parlarvi di quelle calzature che presentano la suola in un particolare tipo di gomma VULCANIZZATA. Questo tipo si trova spesso come parte di scarpe da Trekking, Antinfortunistiche, Doposci, sandali ed alcuni modelli casual sia da donna che da uomo. Come riconoscerla? Beh è abbastanza semplice, solitamente la suola si presenta grossomodo così:

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Come vedete l’aspetto è piuttosto “soffice” diciamo, la scarpa sembra avvolta dalla suola, quasi fusa assieme e difatti il principio costruttivo è quello.

Ora, questo tipo di costruzione ha degli innegabili pregi: difficilmente potranno separarsi suola&tomaia a meno che questa non si tagli; tenuta stagna garantita sulla linea di giunzione ( se la tomaia è impermeabile ) in quanto non c’è stacco o fessurazione; buona flessibilità ed assorbimento impatto col suolo; buon grip e morbidezza.

Difetti: stile sportivo assolutamente non camuffabile; mescola della gomma solitamente di bassa qualità; se la camminata presenta dei difetti questi saranno evidenziati ed acuiti  soprattutto sui modelli più cittadini; ASPETTATIVA DI DURATA DELLA GOMMA non prevedibile e in caso di cedimento NON RIPARABILE.

Passo alla spiegazione di questi ultimi due punti, assolutamente cruciali. Questo tipo di gomma presenta come difetto principale il fatto che dopo un periodo di tempo, purtroppo non quantificabile, comincia a sfaldarsi, sbriciolarsi. Così:

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Ora, a questo punto la suola è MORTA. Ho visto i tentativi più assurdi di riparazione, tutti assolutamente inutili. Questo perchè la gomma in questione si sbriciola, la parte interna assume la consistenza della sabbia e si comporta come tale. Nulla può più riportare coesione. Come vi dicevo prima non è un’evento evitabile nè prevedibile. Sappiate che prima o poi succederà, è dovuta all’età della gomma ma solitamente 2-3 anni regge.

Quando questo accadrà avrete due scelte: buttare le scarpe O far sostituire in blocco la suola. E’ un lavoro rognosetto, poco piacevole perchè eliminare quella gomma è faticoso, lungo e sporca assai ambiente di lavoro e operatore. Per di più come suola di ricambio difficilmente se ne troverà una di foggia simile a quella originale con il rischio che su alcuni punti si veda il segno di quella vecchia. Se si dovesse optare per cambiare completamente la suola e la costruzione della stessa si dovrà mettere in conto una spesa più consistente e, secondo me, accettabile solo se la scarpa in questione ha un certo valore che esso sia monetario od affettivo. Se vi dovessero proporre di “mettere della colla che durerà un po’ ” portatele via perchè per quanto poco vi chiedano saranno sempre e comunque soldi buttati. Nel prossimo articolo vi farò un’esempio di un lavoro RADICALE che si può fare per far si che la scarpa torni a nuova, LUNGA. vita

Dato che come detto prima questo tipo di costruzione è presente su molti tipi di scarpe per tutte le stagioni credo che potrà essere un utile ragguaglio per i vostri acquisti post-quarantena. MAI come ora bisogna imparare a spendere bene ed acquistare articoli che possano durare o essere riparati; i nostri nonni lo sapevano bene e molti di voi quante cose avranno ereditato o “depredato”  dal loro armadio perchè poi la moda ritorna…ed erano ancora belle?! Perchè sulla qualità meglio non transigere, ne guadagnerete.

VI LASCIO IL LINK ALLA PAGINA IN CUI SPIEGO COME INTERVENGO IO IN PROPOSITO : https://jackbabush.com/riparazioni-e-trasformazioni/

Buoni passi.

Giacomo.