PELLE & SOSTENIBILITA’ ; possono convivere?

Negli ultimi anni c’è stata una sorta di demonizzazione degli articoli in pelle. Questo perché come molti pensano per creare un articolo in pelle serve UCCIDERE un essere vivente e dal punto di vista morale questo è fondamentalmente sbagliato dato che non viviamo nell’era delle caverne e non ne abbiamo estremo bisogno per ripararci. Fortunatamente. Il ragionamento in sé non farebbe una grinza se non fosse che la stragrande maggioranza delle volte gli articoli in pelle non sono la conseguenza di un omicidio per dei beni fini a sé stessi. Esatto, perché in realtà quasi tutti gli articoli in pelle sono ottenuti dagli scarti dell’industria alimentare.

Forte eh, chissà quanti di voi non ci avevano mai pensato ?! Ovviamente stiamo parlando di pellami comuni come vitello o agnello ad esempio che però rappresentano da soli la stragrande maggioranza. E già così potete cominciare a vedere che tanto male un articolo in pelle non è poiché anzi produce una sorta di riciclo e riutilizzo di una parte che altrimenti andrebbe buttata con enorme spreco. Poi perché è possibile considerarlo un materiale sostenibile? Perché la sostenibilità non deriva solamente dal processo per avere il materiale in sé ma dipende in grande parte anche dalla DURATA e dalla possibilità di RIPARAZIONE o meno che un articolo presenta.

E qui vi sfido a battere la pelle. E’ innegabile che un BUON articolo in pelle se trattato con le giuste attenzioni sia praticamente eterno. Quanti di voi hanno ereditato giacche, gonne, borse, cappotti e chi più ne ha più ne metta da amici, parenti? E vogliamo parlare di quelli che si trovano nei mercatini dell’usato? Spesso hanno mantenuto le loro qualità a dispetto degli anni ed altrettanto spesso per farli tornare morbidi bastano semplici trattamenti.

Continuiamo, quale altro materiale è facilmente lavorabile e permette ad un capo-articolo di essere rimodellato o rimesso a modello a seconda del cambio delle mode-tendenze? Andiamo avanti con le qualità: tiene bene la pioggia, il vento, la sabbia, più invecchia più aumenta il fascino grazie alle sfumature che assume.

Pensate alle scarpe in pelle o cuoio, sono capaci di durare decenni con pochi accorgimenti, sono modificabili spesso a piacimento del proprietario e se si danneggiano sono riparabili più facilmente. Quindi in cosa si traduce tutto ciò? Ovvio, una maggiore durata della vita di un articolo diventa automaticamente una minore necessità di acquisto o rinnovo guardaroba. La maggior parte dello spreco odierno di materiali e risorse è dovuto alla durata sempre minore della maggior parte degli articoli che acquistiamo. Materiali e confezionamento scadenti non possono che portare a risultati scadenti. Questo vale anche per la pelle eh, un articolo dal prezzo troppo conveniente nasconde sempre delle sorprese. Valutate spessore, morbidezza, peso ed ODORE di quanto state per comprare. Con poca attenzione in più potrete fare ottimi affari che si tradurranno già nel breve periodo in un buon risparmio di denaro dovuto a tutti i fattori di cui sopra.

Volete VERAMENTE aiutare la lotta allo spreco e all’uccisione di animali? Bene, allora DIMINUITE DRASTICAMENTE IL VOSTRO CONSUMO DI CARNE. Non vi sto dicendo di diventare vegetariani o vegani, ma di ridurre. Io sono passato da 4 volte a settimana (!!!) a 2-3 volte al mese. Sto benissimo e più che in forma, basta calibrare un minimo la dieta. La produzione massiva di carne a scopo alimentare è da sola responsabile di: elevate emissioni di gas serra ( anche le semplici flatulenze dei bovini <non ridete> contribuiscono molto! ) , disboscamento per aumento pascoli e produzione di foraggi, elevatissimo consumo idrico, allevamento intensivo in condizioni agghiaccianti, impoverimento del tessuto sociale in molti paesi.

Non poco mi pare eh?! Ripeto, non serve diventare vegetariani anche a me la carne piace e non riesco a privarmene del tutto, ma RIDURRE farebbe bene a tutti i livelli.

Come in TUTTI i campi la virtù sta nel mezzo. Quindi vanno benissimo nuovi materiali che derivano da tessuti riciclati, legno, fungo, cocco, alghe e chi più ne ha più ne metta ma non disprezzate la cara vecchia pelle perché può dare e darà grosse soddisfazioni a chi saprà scegliere e prendersi cura di lei ancora molto molto molto a lungo.

Buoni passi e a presto!

Giacomo.

Come la “Generazione Z” cambierà il mondo?

La “Generazione Z” , ovvero i nati alla fine degli anni ’90, hanno un grande potere sul mondo futuro. E lo stanno già influenzando.

Hands holding the abbreviation Gen Z

Da quanto si legge “in giro” sono ancora troppi i brand che sottovalutano l’importanza della cosiddetta “generazione Z“, attribuendo scarso interesse ad una generazione definita troppo giovane per apprezzare i prodotti di punta di brand storici&classici. Una QUALSIASI realtà che si occupi di articoli lusso non può non tenere conto della generazione Z nel pianificare le proprie strategie commerciali per l’immediato futuro. Non è mai esistita una generazione tanto rapida, connessa, attenta ai cambiamenti, alla relazione tra uomo-ambiente e cresciuta in un momento di grande evoluzione. E’ una generazione che ha recepito il grosso salto dell’ultimo anno e non presterà attenzione a chi non rifletterà i valori che secondo loro sono importanti. Quindi è necessario fare in modo che le aziende, anche le più grandi, facciano attenzione, la generazione Z porta al momento tra il 10 e il 15% del valore del mercato del lusso e se non sono interessati ORA al vostro brand tantomeno lo saranno in futuro perchè sarete già stati scartati. Vivono alla velocità delle connessioni, interscambiano informazioni, studiano i prodotti, chi li fa, dove, come. E si stanno dimostrando anche grandi amanti dello stile classico possibilmente rivisitato. Quindi BEN VENGANO LE COLLABORAZIONI così che anche un brand abituato ad avere un acquirente medio nella fascia d’età più avanzata ha ottime possibilità di coinvolgimento se prende al volo l’occasione di reinventarsi sull’onda delle contaminazioni , dei nuovi materiali ecc…

Il che non vuol certo dire cambiare in toto la linea ma crearne una ad-hoc dimostrando anche flessibilità, curiosità ed intelligenza. E coraggio, cosa che non guasta in questo momento storico. Probabilmente anche chi si dovesse trovare a gestire una nuova realtà come questa dovrà essere di una qualche generazione più giovane rispetto a quanto siamo abituati ma sarebbe il caso che anche in Italia si cominciasse a pensarci. Il mondo al di fuori del nostro paese sta volando mentre qui si aspetta che “tutto torni come prima” senza tenere minimamente in conto il fatto che il prima ci ha portato alla situazione attuale e ritornarci non sarebbe fare un passo avanti vero un migliore futuro ma al classico MENO PEGGIO a cui siamo tanto affezionati ed abituati in Italia, quasi fosse la nostra zona di comfort più rappresentativa e congeniale.

Io vi consiglio di aprire gli occhi a nuovi orizzonti da conquistare sfruttando l’enorme know-how storico che il nostro paese ha per proiettarvi nel futuro. Che sarà diverso, mettetevi l’anima in pace.

HOW THE “Z GENERATION” WILL CHANGE THE WORLD?!

From what we read “around” there are still too many brands that underestimate the importance of the so-called “Generation Z”, attributing little interest to a generation defined too young to appreciate the flagship products of historic&classic brands. Any reality dealing with luxury items cannot but take generation Z into account when planning its business strategies for the immediate future. There has never been such a rapid generation, connected, attentive to changes, to the relationship between man-environment and grown in a moment of great evolution. It is a generation that has taken on board the big leap of the last year and will not pay attention to those who will not reflect the values that they believe are important. So it is necessary to make sure that companies, even the largest ones, be careful, generation Z brings at the moment between 10 and 15% of the value of the luxury market and if they are not interested NOW in your brand, much less they will be in the future because you have already been discarded.

They live at the speed of connections, they exchange information, they study products, who makes them, where, how. And they are also proving to be great lovers of the classic style possibly revisited. So welcome collaborations and even a brand accustomed to having an average buyer in the older age group has a very good chance of involvement if it takes the opportunity to reinvent itself in the wake of contamination, new materials etc…
This certainly does not mean changing the line in its whole but creating an ad-hoc one, also demonstrating flexibility, curiosity and intelligence. And courage, which is not bad at this historic moment.

Probably even those who have to manage a new reality like this will have to be some generation younger than we are used to but it would be appropriate if even in Italy we began to think about it. The world outside our country is flying while here he expects “everything to return as before” without taking into account the fact that the first one brought us to the current situation and returning there would not be a real step forward a better future but to the classic LESS WORST to which we are so fond and accustomed here in Italy , as if it were our most representative and congenial comfort zone.


I advise you to open your eyes to new horizons to be conquered by exploiting the enormous historical know-how that our country has to project you into the future. That will be different, put your soul in peace.