Cucitura suole: GoodYear o Blake?!

Ho partecipato a tanti confronti riguardanti i due principali sistemi di cucitura suole oggi riscontrabili in commercio: Blake e GoodYear. Per gli appassionati la scelta della “vincitrice” in tal proposito sembra scontata, semplice. Eppure non è così, ci sono vantaggi e svantaggi per entrambe una di fronte all’altra e non sono piccoli, anzi. Alcuni di essi potrebbero addirittura far cambiare idea su quale acquistare.
Io provo a darvi una seppur minima idea di cosa si tratti, nel modo più semplice e diretto possibile. Vi assicuro che la durata del video è miserrima rispetto all’ampiezza dell’argomento…

Buona visione !
(Seguite il canale ed attivate la campanella, non vi costa nulla e potrete togliervi tante curiosità…)

Giacomo.


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Come? Scarpe classiche … senza calze?! Parliamone.

Per tanti uomini una vera offesa allo stile ed alla decenza. Non sono completamente d’accordo e qui vi espongo la mia opinione e il perchè secondo me …

So che può sembrare a qualcuno un argomento futile se non addirittura sciocco ma nel mondo maschile viene dibattuto più spesso di quanto si pensi. Si perchè se durante 3 stagioni su quattro il problema non si pone, poiché è relativamente semplice trovare calzature che siano confortevoli in primavera – autunno – inverno altrettanto non si può dire per l’estate. Perchè in estate guarda un po’ fa caldo, quindi indossare scarpe formali mentre all’esterno ci sono 25-30° può essere poco piacevole. Ci sono alcuni escamotage che si possono attuare per ovviare a questo, i quali però hanno la necessità di essere ben accordati tra loro. Non entrerò TROPPO nel discorso stile perchè a parte alcuni punti fondamentali credo che sia un tema molto molto personale. Fondamentalmente molti dei suggerimenti che troverete qui sono applicabili anche al mondo scarpe Donna

Un punto fondamentale ed imprescindibile nel portare la calzatura formale secondo me è che non si faccia mai senza la calza. Per un discorso di continuità di stile nel rapporto tra abito e calzatura l’accessorio calza non è tralasciabile. E’ veramente un pugno in un’occhio per quanto riguarda l’estetica. Dalla stragrande maggioranza degli appassionati è considerata una scelta anzi volgare e di pessimo gusto, molto superficiale e rozza. Ci sono delle eccezioni? SECONDO ME, si. Ovviamente dipendono dallo stile della calzatura. Per la suddetta maggioranza l’unico modello utilizzabile senza calza è la “boat-shoe” la scarpa da barca. E fino a qui tutto ok.

Io sono più possibilista verso altri modelli. Ad esempio il mocassino, o loafer, essendo un modello di calzatura più spensierato permette ALCUNE licenze in determinati casi. In primis, il colore. Questo gioca un ruolo fondamentale nella PERCEZIONE del rapporto piede-calzatura-ruolo.

Se un mocassino è di fattura particolarmente leggera e di tinte chiare-pastello o addirittura osa colorazioni più vivaci e viene abbinato ad un’ abbigliamento dichiaratamente informale e spensierato l’abbinata “senza calza” per me è accettabile. Un mocassino beige di nappa e sottile fondo cuoio, estremamente flessibile ben si abbina ad un completo in cotone o lino e tiene distanti dalla scelta sneakers che secondo me è la vera sciatteria. La sneaker del gentleman ben vestito è la loafer. Con i colori è bello giocare e prendersi licenze nei periodi estivi: un bel mocassino azzurro, verde, rosso o rosa possibilmente con tinte sfumate è una vera gioia per gli occhi e l’umore ed è assolutamente accettabile per passeggiare rilassati e confortevoli durante le stagioni più calde. Ovviamente in ufficio o durante incontri- eventi formali va lasciato ben bene in scarpiera, a meno che non sia un’aperitivo lungolago-mare-canale tra colleghi. Quindi, per me certi modelli di calzatura classica sono ammissibili senza l’uso della calza a patto che trasmettano un senso di leggerezza, comfort e disimpegno tanto nella costruzione quanto nella colorazione.

Colori vivaci o pastello alleggeriscono lo spirito della calzatura rendendone più disimpegnato l’aspetto.

Ora entriamo in un discorso più “serio”, COSA compromette il comfort dell’utilizzo senza calza?

IN PRIMIS la fattura della calzatura. Con questo intendo innanzitutto la qualità della lavorazione e del pellame che la compongono, senza eccezione per nessuna parte di essa. NESSUNA! Perchè il piede è infinitamente più debole della scarpa ed infilarlo nudo in un articolo mal fatto equivale ad una condanna. Quali sono le caratteristiche che dovrebbero essere imprescindibili ? Innanzitutto materiali NATURALI il che si traduce in PELLE ovunque. Tomaia, fodera, suola tutto dev’essere in pelle-cuoio. Perchè la pelle assorbe il sudore e ne rilascia buone quantità in breve tempo permettendo la traspirabilità.

Questa etichetta DEVE essere presente su almeno uno dei pezzi che compongono il paio. Solitamente sulla suola.

La parte della scarpa che più si trova a contatto con il vostro piede è:

la FODERA. Questa DEVE essere in pelle di alta qualità, morbida e flessibile. Uno dei materiali migliori che potete trovare per questo è L’AGNELLO: morbidissimo, flessibile, un comfort totale in qualunque situazione e in qualunque scarpa. La fodera è un punto in cui l’attenzione del produttore spesso si fa più vaga perchè lo è anche quella dell’acquirente. Se ne avete la possibilità poi scegliete scarpe sfoderate, per me il top ma necessitano di una costruzione e di un pellame della tomaia ottimi perchè non deve assolutamente graffiare in alcun punto.

IL SOTTOPIEDE: ovviamente in pelle e possibilmente intercambiabile poiché il sudore prima o poi lo rovinerà.

Aggiungere un sottopiede con sostegno all’arco plantare aumenta notevolmente il comfort.

LA SUOLA: materiale migliore in assoluto il cuoio, che deve avere uno spessore non superiore ai 4mm. Io per le mie sto tra i 2,5 e i 3 sinceramente. Ed anche questo deve essere di buona qualità, non cartone e diffidate come la peste del cuoio riciclato. Si tratta di cascami e residui di cuoio macinati e tenuti assieme con collanti che tutto assicurano fuorchè la traspirabilità. Mi pare scontato dirlo ma delle derby o oxford magari doppia o tripla (!) suola portate senza calze sono assolutamente ridicole, stridono con tutto il resto come un coltello su di una lavagna.

LA TOMAIA: Qui discorso a parte ed importante. Punto cruciale di questa in un ambiente caldo è il tipo di concia a cui è stata sottoposta. La concia è il processo che permette alla pelle di diventare imputrescibile e di mantenere tutte le sue caratteristiche nel tempo. Ci sono due modalità di concia, quella vegetale e quella al cromo. La prima è assolutamente preferibile soprattutto nei periodi caldi perchè la pelle mantiene caratteristiche di traspirabilità molto elevate, difficilmente rilascerà colore su piedi-calze e riduce al minimo le reazioni allergiche. Di contro più difficilmente troverete scarpe con aspetto “luccicante” che abbiano il pellame conciato al vegetale. La concia al cromo da una base di colorazione alla pelle più stabile ed omogenea diciamo per cui poi le tinte riescono ad avere più facilmente certe tonalità ed a mantenerle inalterate.

Ecco del pellame trattato con concia al cromo, nella tipica colorazione che assume alla fine del processo.

Attenzione ho detto “difficilmente” non impossibile. L’effetto suddetto è ottenibile anche sul pellame “vegetale” ma la scarpa deve essere veramente di ottima fattura poiché il produttore si sarà prodigato con cere e tecnica per far si che assuma un tale aspetto.  Rispetto ad una pelle conciata al cromo, la tempra della pelle al vegetale è generalmente più rigida e compatta, anche se molto dipende dalle ricette e dagli ingrassi utilizzati. Il bello di questo pellame è che le sfumature sono sempre più evidenti con il passare del tempo.

D’altro canto è molto più semplice trovare scarpe a buon mercato che abbiano facilmente un’ aspetto più “formale” con concia al cromo in quanto le colorazioni che poi saranno possibili su questo tipo di pellame si presenteranno come totalmente uniformi, lucide, a specchio anche. Questo però permette di scovare questa caratteristica in quanto il rapporto qualità-aspetto-prezzo diventa più evidente. Quindi, se pensate di usarle senza calze scordatevelo perchè faranno soffrire il piede: suda, si gonfia e la reazione tra il sudore e i componenti di tomaia-fodera ( perchè una buona fodera se il prezzo non è adeguato difficilmente si trova) può portare facilmente ad irritazioni e cattivi odori.

Possiamo poi fare una breve digressione sulle scarpe da uomo in un’ altro materiale meraviglioso che è la RAFFIA. Qui l’abilità e l’attenzione di chi le produce deve essere a livelli altissimi per far si che dia quel comfort assoluto in condizioni di caldo torrido che solo un materiale simile può dare. TUTTO in essa deve essere di ottima qualità. Materiale morbidissimo e manovalanza esperta produrranno un articolo fresco, comodo, affascinante. Probabilmente la difficoltà maggiore nella produzione di una scarpa simile è far si che pur essendo SFODERATA non sfreghi sulla pelle del piede, assolvendo così al suo compito di scarpa sì di stile ma soprattutto confortevole nei climi più caldi.

Per me LA SCARPA del gentleman estivo in relax dovrebbe essere quella. Certo richiede un certo grado di savoir-faire e portamento spensierato che forse in Italia non è proprio parte del nostro bagaglio per quanto riguarda la scarpa maschile ATTUALMENTE ma nel passato era più semplice trovarla in certe zone d’Italia, quindi chissà non si possa assistere ad un ritorno. Al momento è più semplice trovarla di brand etraeuropei.

Ora andiamo brevemente in un’ altro tema che può rendere più o meno piacevole l’utilizzo di una calzatura senza calze: la vostra alimentazione. Pare incredibile vero ma quello che assumete giornalmente attraverso il cibo influenza vari fattori tra i quali l’acidità del vostro sudore. Non è certo una novità che il corpo espella tramite sudore alcuni principi assunti con l’alimentazione e che taluni siano così anche recepibili diciamo, all’olfatto. Quindi anche regolare la propria alimentazione può portare benefici in quanto il piede, nudo e costretto in un’ ambiente potenzialmente caldo, è una delle zone in cui mediamente si suda di più e unito al movimento questo crea un mix di fattori in grado di compromettere il comfort.

L’equilibrio tra l’assunzione di cibi acidificanti ed alcalinizzanti fa parte del benessere fisico

Mangiare cibi ricchi di zuccheri, alcool o con grado di acidità elevato è notorio non faccia bene né alla circolazione né al nostro fegato il quale, poveraccio, se intasato di certe sostanze non riesce ad elaborarle adeguatamente e trasmette a tutto il corpo questo malessere. Non ultimi i piedi che risulteranno più suscettibili di gonfiore e secrezioni acide che porteranno irritazione cutanea e odore sgradevole. Se in più aggiungete una vita sedentaria o magari ore seduti ad una scrivania potete ben immaginare quale sia il risultato. Quindi Evitare di usare scarpe senza calze anche se prevedete di muovervi poco, eviterete così il gonfiore. E non pensate di toglierle mentre sono gonfi, non riuscirete più a re-infilarle!

Quindi, eccoci arrivati alle conclusioni finali. Ripeto, conclusioni PERSONALI per quanto riguarda il gusto e lo stile.Se volete conservare un certo stile anche durante i mesi più caldi ma concedervi delle piccole digressioni si può fare se con gusto e un minimo di attenzione. A me piacciono un sacco le scarpe colorate in primavera-estate e non disdegno lo stile “socks-free”.

Gentlemans, a voi la scelta

Ma come sempre, buoni passi!

Giacomo

Tuning Shoes! La mia passione…

Alcuni suggerimenti per il ripristino delle vostre calzature con suola in gomma. Cosa e come valutare un eventuale intervento.

Come promesso nel post precedente ecco un esempio di suola in frantumi per raggiunti “limiti di età” e del tipo non-riparabile. Come detto precedentemente qui o si buttano o si risuolano completamente. Non è un’operazione economica perchè richiede molto tempo ed impegno di materiali però avrà il vantaggio che il problema non si presenterà mai più ed una scarpa come questa diventa potenzialmente eterna, almeno finchè non tagliate la tomaia: questo dovrebbe far riflettere sulla validità della frase “ma a quel prezzo quasi ne compro un altro paio”. Si, certo, ma prima o poi vi ritroverete allo stesso punto.

Ecco da dove si parte:

Queste Blundstone sono arrivate al capolinea. Ma il proprietario le trova comode ed ha pensato al futuro quindi… SI PARTE! Bisogna raschiare via TUTTA la suola in gomma da ogni punto, altrimenti quella nuova non attaccherà. Come vi avevo detto è un lavoro “sporco” perchè durante l’operazione succede questo:

La suola si scioglie, letteralmente, ed è anche rischioso perchè COLA e se va sulle mani son DOLORI!!! Per di più il nastro abrasivo che si va ad usare nell’operazione si IMPASTA di continuo e quindi spesso ci si deve fermare per ripulirlo… tosto. Se siete calzolai e state vedendo per la prima volta questo lavoro mi racomando, se volete provare chiudete le bocchette di aspirazione polveri, altrimenti si intaseranno i condotti. Quindi, mascherina.

Dopo aver eliminato tutta la suola si procede a riempire ogni interstizio con del cuoio molto fine, che verrà sagomato ben benino per non far spessore extra….

si ricostruisce il guardolo, in questo caso in in gomma e si inizia a dare il primo strato di collante … quasi finito …

Alla fine si fissa la nuova suola ed ora avendo una base molto più seria su cui attaccare il tutto si può tranquillamente scegliere sia lo stile che il colore. Quindi si può scegliere in questo caso per un “total-black” oppure un bel verde, o rosso o giallo…. come vorrete. Qui si è poi optato per una cucitura della suola: non è strettamente necessaria ma è sempre un valore aggiunto. Sopratutto perchè qui si è voluto puntare su di una costruzione più flessibile rinunciando all’aggiunta di un’infrasuola di cuoio (questa si cucita alla scarpa), che io personalmente suggerisco. Rende più solido il tutto e le future manutenzioni avranno risultati migliori.

Qui di seguito un’altra versione con, appunto, infrasuola in cuoio e suola non cucita. La gomma BUONA su di uno strato di cuoio ben preparato non avrà alcun problema di tenuta per vari anni anche senza bisogno di cucitura.

Ed eccoci qui alla fine del tour. Questo per farvi capire cosa si può fare nel caso vi troviate nella situazione descritta in questo e nel post precedente. E per illustrare quanto lavoro c’è dietro per poi arrivare alla soddisfazione del cliente, in maniera duratura. Questo vuol dire affidarsi ad artigiani, a chi sa di cosa sta parlando ed opera nel vostro interesse.

Buoni passi e a presto!

Giacomo

L’India a due passi…

… dal nostro guardaroba!

Tutti noi possiamo avere un pezzettino di storia ai nostri piedi, magari la state già indossando ora, grazie agli Jodhpur. Vi starete domandando di che fantomatica scarpa staremmo mai parlando….

Dall’ India addirittura, una nazione così poco conosciuta per certi articoli e che nell’immaginario comune assume connotati mistici e affascinanti come i suoi colori, le spezie e i tessuti finemente lavorati. Eppure chissà quanti di voi che state leggendo ha un paio di queste calzature nel proprio guardaroba!

Come al solito un pizzico di storia: questi stivaletti nascono verso la fine dell’800, in India appunto e venivano usati dai coloni britannici per andare a cavallo e giocare a polo. Oddio, a voler essere del tutto precisi questo era il nome dei pantaloni indossati con lo stivaletto classico da equitazione: il particolare più importante era alla coscia, con un allargamento extra sull’anca per consentire il movimento laterale delle gambe mentre si cavalcava.

Il nome deriva dalla capitale del Rajasthan. La città fu fondata nel 1459 da Rao Jodha Rathore, appartenente alla casta dei guerrieri Rajput, che ne fece la capitale dello stato di Marwar, sostituendola a Mandore.

Tornando alla calzatura, ebbe un’evoluzione per un utilizzo più “casual” diciamo che portò ad accorciarli un po’ ed ebbero un tale successo già negli anni ’20 del 900 che in Europa divennero una vera e propria tendenza. Le caratteristiche ricorrenti e distintive del modello sono:

  • punta arrotondata
  • tacco basso
  • chiusura tramite cinghiette fissate al lato interno, incrociate all’altezza della caviglia, che attraversano un passante nel retro dello stivaletto.

Non ci sono regole fisse per il tipo ti pellame ed il colore, ad oggi vengono prodotti in ogni modo e da qualunque brand o artigiano poiché rappresentano una scelta davvero versatile, che può tranquillamente entrare a far parte dei classici dell’abbigliamento smart-casual. La versione in cuoio scamosciato è la più comune e quando ben realizzata e rifinita con dettagli curati, di alta qualità, può fare capolino anche su di uno stile che tenda al casual-formale; avendo però la “sprezzatura” giusta!

La loro evoluzione più nota e più commercializzata sono i Chelsea Boots, nati negli anni ’60. Questi stivaletti alla caviglia hanno, al posto delle cinghie e fibbie, una banda elastica sui lati. Ebbero la loro massima diffusione grazie al movimento dei “MOD” , frequentatori di bar e sale da ballo dallo stile ricercato e consumatori di anfetamine.

Questi stivaletti alla caviglia sono comodissimi da infilare e togliere e danno un solido sostegno senza bisogno di stringhe; se icone come Beatles e Rolling Stones li indossavano chi voleva essere alla moda non poteva farne a meno.

Una piccola nota tecnico-storica extra: le bande erano in gomma VULCANIZZATA, un processo di lavorazione della gomma inventato da Charles Goodyear nella prima metà del 19° secolo.

Oggi costituiscono un capo d’abbigliamento molto versatile, che ben si abbina con differenti stili passando con disinvoltura dal country-cittadino al dandy o per i momenti più leggeri del gentleman classico.

E durante le mezze stagioni sono un bel jolly da giocarsi, sia uomo che donna. Ve ne sono ovviamente di varie fogge e prezzi, starà a voi individuare quelli che più risponderanno alle vostre idee, stile e necessità. Se per qualunque motivo vi fosse difficile fare ciò, contattatemi.

A presto e … Buoni passi!

Giacomo.

IO NON SONO CIO' CHE CREDI!

This is my town.
In Venice you walk a lot.

There are no cars, no bicycles can be used.

We use the boat a little, except for those who work there.

Walking a lot of shoes are fundamental and for this there is much attention to this article.

An attention that in me was born from an early age when I was carrying my mother’s shoes from the shoemaker and I… stayed there watching him work.

Dark Shop, gruff frown, Tuscan always in the mouth, smell of transparencies, glues that intoxicated… stunned, one of those images and those sensations that are in the mind, in the heart and in the nose!

The time and a series of vicissitudes have taken me away from my city, and to go through various roads ma…il my way brought me back to the shop! This time behind the counter I! Not even thirty, with a beard cured, so much desire to do, to learn, to experiment. With time, changes of residence, jobs etc etc. the “case” wanted me to take that path (it is the case to say it).
For 12 years I was a shoemaker, a shop in a shop, a city in the city, evolving, growing up. Understanding what I liked to do and what not! I managed to get out of the cliché of the “cobbler in Cave”, and always trying to establish, with the people who addressed me, a dialogue, suggesting little things, explaining my work, hearing. Perhaps this is the aspect of my work that I most appreciate. I love talking to customers, I love to devote time to them, I love to listen to their doubts, their perplexities, their curiosities sometimes even their outbursts. I still love to find solutions that can satisfy them fully,

I love to explain with simplicity and completeness what they are wearing, what involves using certain footwear, how it could prevent inconvenience and why a solution could be more suitable. I like to be honest with them, as a friend should be, and I know that this is appreciated by those who do not need falsehoods but dispassionate advice, as I know that at times this spying because you are not accustomed to bluntness, to frankness especially when you have to buy something. I don’t think it’s useful for anyone to lie, a dissatisfied customer is a lost customer, a lost customer is not a customer!

My goal is not to spend money, my goal is to make people feel good, to turn to me satisfied with what he bought or what he did not buy!

These are the reasons why I have made my passions and have, to some extent, invented a profession (in Europe we are in 2).

I am not a buyer, I am not a personal shopper in the strict sense of the term, I come with you, I listen, I observe, I evaluate your needs and the peculiarities that make you unique in the body and in the way of being. I propose solutions, alternatives and, if needed and there is no escape, I say NO!

Do not recommend a purchase, because a counselor can also advise against when this is to the advantage of his protégé. You can discover great things when you can talk and listen, in this case you can also make great strides in many ways, even in terms of health. A right or wrong shoe at your feet can make the day wonderful or heartbreaking, for pleasure or for duty you’ll have to wear them for many hours a day and the effects in the long run you see. I observe them every day as I walk through Venice looking at the legs and the soles of those who turn around me.
Professional deformation but it gives me even more motivation.

In this regard, on my blog There is a small article concerning the choice of shoes for children, few notions, basic but important. All this to clarify what I do, after many ask me and make it clear that it is not only a way to earn bread, is part of me, is sharing, is desire to be useful and to contribute to my way to the happiness of others!
Good steps and soon.

La natura sulla pelle …

… che effetti ha?

Restiamo in ambito invernale. Mai come in questa stagione le calzature, in ogni loro parte, vengono messe a dura prova dagli agenti atmosferici. Spesso possono subire danni se non gravi, quantomeno fastidiosi per il proseguo della giornata.
Basti pensare ad un paio di scarpe inzuppate …

Come dice un noto slogan “prevenire è meglio che curare”.

Vediamo quindi, con questo piccolo vademecum, in cui sarò abbastanza generico, come prevenire. Avrete bisogno di alcuni piccoli accessori, nulla di che ma essenziali per ottenere risultati soddisfacenti. Suggerisco vivamente di non delegare ad altri questi piccoli accorgimenti, fatelo voi e po ditemi se non vi ha dato soddisfazione!

Step 1
Prendete le vostre amate scarpe, inserite le forme o se non ne avete, riempitele con un bel pò di carta straccia, questo permetterà di avere la pelle ben tirata (anche le scarpe hanno le rughe!). Prima di iniziare, dare una buona spazzolata alle scarpe. Per pulire la zona del guardolo lo strumento migliore è uno spazzolino da denti.

NECESSAIRE :

1) FORME 2) SPAZZOLINO 3) SPAZZOLINO IN OTTONE 4) GUANTO IN LANA 5) TAMPONE SPARGICREMA

SCARPE IN CUOIO GRASSO:

Queste sono, come si può facilmente immaginare, le più facili da manutenere. Di questa categoria possono fare parte calzature da montagna, da trekking, da neve, da lavoro, stivali da moto, anfibi di stile militare, scarponcini, selle, stivali da equitazione etc etc…

Il prodotto migliore, se non sono scarpe casual da utilizzare ogni giorno o, al contrario, se svolgono ruoli pesanti ogni giorno, è il grasso. Il classico barattolo di latta “grasso di foca” , tanto facile da trovare nei negozi di accessori per calzature.

Tranquilli, non è vero grasso di foca, ad oggi son grassi vegetali, il nome è stato mantenuto perché storico. Ha la controindicazione di rendere la calzatura un po’ “pastosa” diciamo. E’ impegnativo da assorbire e non va bene su pellami troppo rifiniti o sul camoscio ma, su quelli giusti, li rende perfettamente impermeabili, morbidi e caldi. Nel caso di calzature da lavoro un trattamento una volta alla settimana farà bene. Spargetelo con uno straccio,in maniera uniforme e con movimenti circolari. Non troppo,basta stenderne un velo. Poi lasciate li qualche ora. Dopodichè strofinate con un panno di lana,se vi piace una rifinitura più lucida. Per gli stessi impieghi, ma con un grado di rifinitura maggiore, c’è questo bel prodotto della SAPHIRE. Molto nutriente e che permette un migliore risultato se si vuole, lucidandole CON ENERGIA, che splendano.

SCARPE IN CAMOSCIO O PELLAME SCAMOSCIATO.

In questa categoria, la più delicata, inserisco anche i famosi UGG. Questi temono i liquidi, MOLTO. Se si bagnano,macchia quasi assicurata e piedi a mollo. Appena li comprate,trattateli.

Poi decidete che effetto volete ottenere. Dico questo perché, in commercio esistono dei buoni prodotti spray per camoscio, in grado di ridare un po’ di tono al colore della scarpa. Sono leggermente impermeabilizzanti. Eccovene una selezione.

Meglio usare un tono di colore più chiaro, rispetto all’originale, se non trovate l’esatta tonalità. Se proprio vi sentite diffidenti provate nella zona interna.

Prima pulite la scarpa con lo spazzolino, in ottone, in ogni parte in modo da sollevare un po’ il “pelino” e poi, da una distanza di circa 20cm, spruzzare il prodotto in maniera uniforme. Senza soffermarsi su di un punto,muovetevi e non fate chiazze perché son difficili da assorbire e potrebbe formarsi una macchia. Lasciate asciugare una mezz’ora e poi spazzolate leggermente.

Se invece volete semplicemente prevenire macchie o sono calzature invernali che prevedete di utilizzare anche con il maltempo, meglio andare su prodotti più specifici. In questo caso, tra tutti quelli che ho provato, i brand dei prodotti spray sopraelencati, producono i migliori impermeabilizzanti.Ma la medaglia d’oro va al Collonil Carbon Pro.

Ottimo, funziona su qualunque materiale ed offre una protezione di alto livello a lungo. Sono tutti prodotti INCOLORI. Per il resto vale la stessa procedura degli spray colorati. Non trasformeranno uno “Chukka Boot” in un Hunter da caccia, ma vi salveranno tranquillamente dalle piogge, anche abbondanti. Questi prodotti sono utilizzabili anche su calzature in tessuto,effettuando la spazzolatura iniziale con una spazzola morbida ed evitando quella finale.

Due accortezze; svolgete l’operazione appoggiando le scarpe su di un piano che avrete preventivamente protetto e in un luogo aerato. Odorano, parecchio, di chimico-silicone. Anche dopo il trattamento, la fase di asciugatura, meglio farla fare dove circola aria.

SCARPE IN PELLE “LISCIA”

In questa categoria inseriamo tutte le scarpe che, di solito, maggiormente popolano le scarpiere. I prodotti che vi mostro di seguito sono tra i migliori in commercio, hanno tutti prezzi abbordabili e una grande varietà di colorazioni. Importante la presenza di cere naturali in buona quantità.

Si applicano, dopo un’accurata spazzolatura iniziale, con uno straccetto o con il tampone visto all’inizio. Dipende da quanto vi piace sporcarvi le mani e che grado di precisione volete. Le dita, per questo, sono il top. Come per gli spray, scegliete un tono di colore più chiaro rispetto a quello della calzatura, se non è esattamente il suo. Con i classici blu scuro-nero-testa di moro non avete di queste preoccupazioni, se la vs scarpa è di questo colore. La crema va data prima sullo straccetto-tampone POI sulla scarpa. Questo per evitare macchie date dalla permanenza,anche breve, del lucido inutilizzato sulla pelle. Movimenti circolari, attenti a coprire ogni angolo, quantità QB. Questo è un fattore che imparerete con la pratica ma meglio due passate distanziate di una mezz’ora che una troppo abbondante. Lasciate asciugare finché al tatto non vi sembreranno assolutamente “normali” , non semplicemente asciutte.Poi,panno di lana e olio di gomito per lucidare. Più lucidate più le cere si scaldano e donano lucentezza. Meglio con movimenti circolari.

IN CASO DI CALZATURE DOTATE DI BROGUE ( la bucherellatura d’ornamento tipica delle scarpe inglesi) se questa si dovesse riempire di crema, togliete il sovrappiù con uno stuzzicadenti o un bastoncino cottonfioc.

Nel caso invece non ve la sentiate di giocare con i colori, sappiate che ognuno di questi marchi propone la stessa crema nella tonalità “neutro”, trasparente, incolore. Va benissimo ugualmente, magari alla lunga avranno semplicemente l’aria un po’ più vissuta e la pelle presenterà sfumature più particolari.

CALZATURE IN RETTILE O MATERIALI ESOTICI.

Di solito anguilla, pitone, coccodrillo, caimano, non hanno molta paura dell’acqua. Tut’alpiù, se hanno colorazioni particolari, meglio proteggere e quantomeno nutrirle. Questo prodotto è quello con cui, in assoluto, mi sono trovato meglio. La procedura è la solita,la quantità da utilizzare è minima, in quanto molto liquido. La spazzolatura-lucidatura finale a seconda dei gusti.

Incolore, delicatissima. Da ottimi risultati in termini di morbidezza e lucentezza. Eviterà le macchie da pioggia ma non rende impermeabili i materiali.

Conto che questa piccola guida possa aiutare chi, in inverno, si ritrova spesso con piedi gelati, bagnati o scarpe rovinate da pioggia e neve. Siete in parecchi, da quanto sento. Ovviamente, se dovessimo avere il piacere di incontrarci di persona, potrò soddisfare le Vs curiosità in maniera più specifica.

Buoni passi e a presto!

Jack.

CALZATURE IN CUOIO GRASSO.

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