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Cosa ne pensate? VOI avevate preso in considerazione i saldi per i vostri prossimi acquisti? Ma sopratutto, avrà ancora senso parlare di saldi in futuro o perlomeno così come vengono gestiti oggi? C’è davvero qualcuno convinto che tutto questo non avrà conseguenze sul modo di vedere gli acquisti da parte delle persone, sul cambio di priorità, sulle possibilità di spesa, sull’approccio al nuovo. Come se -puf- passa la nuvoletta e giusto il tempo di asciugarsi un po’ e si ricomincia tutto come prima. Smaltire l’invenduto va bene, nulla deve andare sprecato e buttato ora più che mai MA se fatto in un’ottica nell’immediato futuro di cambio radicale del sistema produzione-vendita.
A riguardo condivido la posizione del Sig. Saverio Severini nell’articolo: In primis rallentare i tempi della moda, le risorse utilizzate per imbastire tutto il “circo” di cui vive e che serve a tenere in un costante stato di attenzione l’utente finale per non fargli perdere mai interesse verso l’argomento. Così da indurre l’istinto di emulazione dei vari testimonial fino al momento in cui viene dato libero sfogo a questo a tutti i livelli, anche e sopratutto di prezzo. Prezzo FINALE, senza tener conto di qualità sia del prodotto che della vita di chi produce. Che produce letteralmente montagne di articoli con miriadi di varianti, una sovrapproduzione che poi HA BISOGNO dei saldi per addirittura un mese o più, altrimenti come smaltisci non una ma spesso più stagioni residue ?
Perchè c’è da cambiare il rapporto con il cliente non solo a livello di vendita ma sopratutto a livello di cultura, tornare a far percepire il valore reale di ciò che si vende, ed anche la DIFFERENZA di qualità tra prodotti con grosse differenze di prezzo ma magari estetica simile. Basta illudere la massa, l’effettivo rapporto qualità-prezzo deve tornare ad essere chiaro a tutti. Così tutti i livelli beneficeranno di una produzione ed un consumo più equilibrati. Ma solo chi fa e sopratutto vende può dare la spinta per questo processo. Trattando il cliente in maniera più attenta, facendolo sentire seguito e anche guidato verso ciò che più è adatto a lui/lei.
E così risvegliamo l’interesse, poi supportato dalle infinite possibilità di informazione del mondo di oggi. Chi lavora “nel bello” dovrebbe sentire una sorta di responsabilità verso ciò, perchè come fa un maestro elementare può iniziare a formare chi si trovi letteralmente a digiuno di nozioni a riguardo. E sappiatelo, nell’immediato futuro il mercato ALTO non guarderà più il brand, ma l’esclusività data dal prezzo rapportato al pezzo unico.
Fatemi sapere che ne pensate
Buoni passi
Giacomo.