CAMBIERA’ LO SHOPPING??

VOI CHE LEGGETE L’ARTICOLO AL LINK QUI SOTTO…

I negozi valutano saldi a settembre

Cosa ne pensate? VOI avevate preso in considerazione i saldi per i vostri prossimi acquisti? Ma sopratutto, avrà ancora senso parlare di saldi in futuro o perlomeno così come vengono gestiti oggi? C’è davvero qualcuno convinto che tutto questo non avrà conseguenze sul modo di vedere gli acquisti da parte delle persone, sul cambio di priorità, sulle possibilità di spesa, sull’approccio al nuovo. Come se -puf- passa la nuvoletta e giusto il tempo di asciugarsi un po’ e si ricomincia tutto come prima. Smaltire l’invenduto va bene, nulla deve andare sprecato e buttato ora più che mai MA se fatto in un’ottica nell’immediato futuro di cambio radicale del sistema produzione-vendita.

A riguardo condivido la posizione del Sig. Saverio Severini nell’articolo: In primis rallentare i tempi della moda, le risorse utilizzate per imbastire tutto il “circo” di cui vive e che serve a tenere in un costante stato di attenzione l’utente finale per non fargli perdere mai interesse verso l’argomento. Così da indurre l’istinto di emulazione dei vari testimonial fino al momento in cui viene dato libero sfogo a questo a tutti i livelli, anche e sopratutto di prezzo. Prezzo FINALE, senza tener conto di qualità sia del prodotto che della vita di chi produce. Che produce letteralmente montagne di articoli con miriadi di varianti, una sovrapproduzione che poi HA BISOGNO dei saldi per addirittura un mese o più, altrimenti come smaltisci non una ma spesso più stagioni residue ?

 

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Perchè c’è da cambiare il rapporto con il cliente non solo a livello di vendita ma sopratutto a livello di cultura, tornare a far percepire il valore reale di ciò che si vende, ed anche la DIFFERENZA di qualità tra prodotti con grosse differenze di prezzo ma magari estetica simile. Basta illudere la massa, l’effettivo rapporto qualità-prezzo deve tornare ad essere chiaro a tutti. Così tutti i livelli beneficeranno di una produzione ed un consumo più equilibrati. Ma solo chi fa e sopratutto vende può dare la spinta per questo processo. Trattando il cliente in maniera più attenta, facendolo sentire seguito e anche guidato verso ciò che più è adatto a lui/lei.

E così risvegliamo l’interesse, poi supportato dalle infinite possibilità di informazione del mondo di oggi. Chi lavora “nel bello” dovrebbe sentire una sorta di responsabilità verso ciò, perchè come fa un maestro elementare può iniziare a formare chi si trovi letteralmente a digiuno di nozioni a riguardo. E sappiatelo, nell’immediato futuro il mercato ALTO non guarderà più il brand, ma l’esclusività data dal prezzo rapportato al pezzo unico.

Fatemi sapere che ne pensate

Buoni passi

Giacomo.

 

Elogio all’artigiano.

Ancora troppo spesso quando si parla di calzature su ordinazione sento una frase che, a parer mio, sfiora l’assurdo.

Ma una scarpa fatta da un calzolaio dovrebbe costare poco!

Perchè dovrebbe essere così secondo una gran parte della popolazione italiana?

Innanzitutto perchè c’è la convinzione nel nostro bel paese che l’artigiano non crei, rafazzoni. Prende un pezzo avanzato lì, un attrezzo che puoi trovare anche al Brico, cuce con gli avanzi e in un laboratorio buio e trasandato.

Innegabile sia il risultato anche del “modus operandi” di molti calzolai riparatori che, pur bravi, hanno protratto troppo negli anni una sorta di svendita del loro lavoro dichiarando che si sarebbero “inventati qualcosa per accontentare” e avrebbero guardato in laboratorio se “... avessero qualche pezzo utile…”

Questo ha contribuito pesantemente nel conferire all’intera categoria la nomea di “gentili factotum” da pagare contrattando sul prezzo.

Un’altra cosa che è emersa è che il laboratorio singolo non darebbe garanzie tante quante ne può dare un brand famoso. “ E se si rompe..? ” “ e se non mi trovo bene o mi fanno male..? “

Aggiungeteci la convinzione diffusa che creare da zero un paio di scarpe sia semplice, e state a posto.

Esperienza personale; dopo aver comunicato il prezzo-preventivo di una calzatura creata su disegno del cliente questo urlando afferma che “ … è una pazzia, per un lavoretto di un paio d’ore con un cacciavite ed un paio di pinze… “ oppure : “ … ma se devo spendere 2000 euro per un paio di scarpe a questo punto vado da -armani,gucci,prada,dolcegabbana,ferragamo etc etc- … “ e questa è un classico evergreen.

Allora, prima una distinzione. C’è differenza tra un calzolaio che crea scarpe e chi si dedica unicamente alla riparazione. E non è detto che saper fare una cosa escluda automaticamente l’altra ma, capita, che chi FA scarpe non sappia ripararne altre che non siano le SUE.

Per comodità prendiamo due casi puri, per così dire. Chi solamente ripara e chi solamente crea.

Per quanto mi è stato permesso osservare in questi anni, chi ripara ha un certo approccio alla calzatura. Avendone riparate spesso migliaia le casistiche passate davanti ai suoi occhi sono innumerevoli. Ciò si traduce in un bagaglio di esperienza e abilità nel trovare soluzioni difficilmente comparabile. Ho visto riparare perfettamente scarpe con pezzi di una vecchia macchina da scrivere o una guarnizione del serbatoio di un Ciao, tanto per dirne un paio…

Per questo chi ripara spesso si ritrova il laboratorio ingombro di qualsivoglia cosa. Qualcuno bello ordinato in cassetti, qualcuno in scatole e scatoloni. Frequentemente i lavori svolti hanno un costo variabile, anche se il primo imprescindibile fattore che incide sul prezzo è IL TEMPO IMPIEGATO. Per pensare ad una soluzione e per trovare ciò che meglio può rispondere all’esigenza dell’artigiano. Tolto questo, il resto è a valutazione del calzolaio -entro certi limiti-

Ci sono riparatori che fanno veramente miracoli di ristrutturazione.

Chi FA ha un’approccio molto diverso.

Seconda distinzione: c’è chi fa su misura e chi fa “ready to wear” creando scarpe con vestibilità neutra, con le classiche numerazioni.

Quest’ultimo non è meno artigiano di altri, se ben preparato crea calzature che di solito hanno un’occhio di riguardo per la qualità del pellame e del tipo di conciatura a cui viene sottoposto.

Spesso non offre una grande varietà di colori-modelli-materiali ma il livello di questi è, a parità di prezzo finale, spesso molto superiore alla media presente nei negozi. Talvolta, qualcuno di questi artigiani, permette al cliente di scegliere il materiale o il colore con cui poi verrà confezionata la calzatura del modello scelto. Una sorta di “Made-to-order”. In questo modo, con un po’ di attenzione, si possono acquistare scarpe di buon livello a prezzi onesti.

Poi c’è chi crea scarpe su ordinazione “ Su Misura” e qui si entra in un’altro mondo. Intanto ognuno ha un suo STILE. Che deriva dagli anni di esperienza e dalle preferenze di esecuzione del lavoro, compresi la scelta dei materiali e i marchi degli accessori. Questo stile si rispecchia ovviamente nel prodotto finito. Per questo chi crea ha sempre in laboratorio un’abbondante serie di esempi su più modelli, materiali e finiture.

Il bello di farsi fare una scarpa simile è anche la scelta dei materiali che andranno a comporla.

Molti non lo sanno ma negli ultimi anni ha preso piede, possiamo ben dire, il settore dedicato alle scarpe VEGANE. Che quindi vengono create escludendo l’utilizzo di materiali di origine animale.

E sono perfette.

Chi crea scarpe su misura di alto livello si preoccupa di molti altri aspetti del suo cliente che i più possono ritenere quasi assurdi.

Si prendono nota delle misure e di ogni particolarità del piede, c’è chi usa la tecnica del calco in gesso del piede (utile anche per le scarpe ortopediche) e chi crea una nuova forma in resina o, più pregiata, in legno espressamente dedicata al cliente. Entrambi rispecchieranno in tutto e per tutto il piede di partenza.

Si informa sulla dieta e di eventuali problemi fisici legati alla postura ed alla storia degli stessi. Crea di conseguenza il plantare adatto al piede del cliente ( il “piede diabetico” ad esempio richiede un certo tipo di plantare, così come il “piede piatto”)

Insomma una calzatura su misura fatta come si deve aiuta moltissimo anche a vivere più agevolmente certe problematiche. Aggiungendo il valore dello stile, così da non indossare scarpe dall’aspetto decisamente sgraziato.

Si comincia a creare la scarpa attorno alla forma, dopo aver trovato tutti gli “ingredienti” più graditi al cliente. Prima di venire indossata passeranno almeno due mesi. Poi c’è chi fa la scarpa di prova prima di dar vita a quella definitiva e chi invece va dritto al finale. Questione di stili, anche qui. Che comunque non sarà l’ultimo passo, perchè una volta ultimata il cliente comincerà ad usarla e, solitamente, dopo un periodo di tempo concordato ripassa in laboratorio per dare le sue impressioni. Il risultato finale sarà un guanto per i vostri piedi e, di conseguenza, un paio di scarpe unico al mondo.

Anche qui fattore imprescindibile, il TEMPO.

Poi c’è un’altra categoria. Chi fa e in più ripara/restaura/modifica, indipendentemente da chi ha prodotto ciò che gli viene portato. E qui secondo me c’è una marcia in più. Perchè una persona simile potrebbe aggiungere veri piccoli colpi di genio alla creazione della vostra scarpa. Il “problem solving” derivato dalla riparazione prepara ad un’elasticità pratica e mentale non trascurabile.

Chi dedica il suo tempo unicamente a voi ed al vostro articolo merita rispetto del proprio lavoro e riconoscimento adeguato di quel che fa. Il risultato finale sarà un guanto per i vostri piedi e, di conseguenza, un paio di scarpe unico al mondo.

Conosco artigiani famosi nel loro ambito ma non grazie ad operazioni di marketing o branding o presenza costante sui social. Unicamente tramite PASSAPAROLA.

E se qualcuno attira clienti da ogni parte del mondo, senza neppure esporlo in vetrina

e lo fa meritatamente, ecco credo che quella persona abbia il diritto/dovere di farsi ben retribuire.

Se dopo aver letto questo, e vi ringrazio comunque di averlo fatto, non siete ancora convinti perchè siete un po’ come San Tommaso … allora dovreste solo provare sulla vostra pelle la differenza.

Oltre a scriverne, quel che posso fare, è accompagnarvi nella scoperta di questo mondo eccezionale dal quale sono assolutamente certo non resterete delusi.

Ma affascinati e soddisfatti.

A presto e… Buoni passi!

Giacomo.

L'essenza del Lusso

Potete non credermi, ma queste sono un paio tra le più esclusive e costose calzature al mondo. Vengono create solo ed esclusivamente su ordinazione e su misura.

Una volta che la scarpa è pronta viene posizionata in una fossa, nel terreno, all’aperto e coperta da un vetro ad alta resistenza. E li aspetta, mediamente 4 anni, che la natura faccia il suo lavoro. Pioggia, neve, freddo, caldo, fango daranno alla pelle che le compone sfumature assolutamente irreplicabili. Come queste.

Come potete vedere una volta estratte sono inutilizzabili. I pellami e i punti delle cuciture sono estremamente provati ma vi sfido a sottoporre ad un simile trattamento calzature composte con materie prime sotto al livello di eccellenza. Non rimarrebbe nulla.

Queste resistono e quando il cliente desidera verranno estratte, pulite, smontate e rimontate con annessa lucidatura, ricostruzione suola e rifinitura allo stato dell’arte.

Ed ecco qualcosa che nessuno al mondo potrà MAI avere uguale a voi. Vogliamo prendere appuntamento?
http://www.jackbabush.com

IL MADE IN ITALY VIVE !

Le nostre eccellenze non sono seconde a nessuno; molte brillano da anni ed hanno una storia riconosciuta in tutto il mondo. Tante altre vivono in una zona di penombra, costrette a combattere per resistere in un’epoca in cui, accettare la mediocrità come standard, sembra sia la norma.

Poche si trovano in un Olimpo sconosciuto ai più, ma nel quale rappresentano un punto di riferimento per gli appassionati.

Fortunatamente c’è una persona che si sta dando da fare in modo che OGNI realtà italiana che lo meriti veda riconosciuto il suo valore.

Maria Laura Berlinguer, con la sua intraprendenza e curiosità sta esplorando il nostro bel paese e tramite il suo sito mette a Vostra disposizione una selezione di queste eccellenze.

La cosa meravigliosa è che spazia veramente in ogni campo.

Mi sento davvero onorato di farne parte.

Ecco l’articolo che ha scritto sulla mia storia…

Jack Babush consigli e suggerimenti sulle scarpe

Grazie!

Punti importanti

Questa volta cerco di darvi alcuni strumenti per prevenire acquisti che vi riservino sorprese.

Qui potete vedere in primo piano la suola di una calzatura che, a prima vista, pare dotata di cucitura Blake su fondo cuoio, in canalino aperto e inserto antiscivolo in gomma.
Una scarpa dotata di una dotazione di tutto rispetto quindi. Peccato sia tutta apparenza.

Cominciamo con la prima cosa che deve assolutamente colpirvi quando maneggiate una scarpa come questa. IL PESO. Una suola così configurata non può essere leggera poiché tutti gli elementi che la compongono necessitano di spazi e spessori ben precisi e sotto i quali non si può, fisicamente, andare.

A questo punto potete dare un’occhiata al sottopiede. Se non è completo, ovvero non ricopre tutta la lunghezza dell’interno, si dovrebbero vedere i punti della cucitura nella zona in cui appoggiate la pianta del piede.
Se fosse completo, provate ad alzarlo, senza far danno. Se i famosi punti non fossero visibili, ci sono ottime probabilità che siano FINTI.
Se il sottopiede fosse completo e non rimuovibile provate a spingere con il dito dalla parte dell’inserto in gomma verso l’interno, diciamo. Se risultasse troppo cedevole, vuol dire che la sostanza proprio non c’è.

Come in questo caso. Vedete che i punti all’interno non si vedono, ed anzi tolto il sottopiede appare subito la parte intrena dell’inserto in gomma. Quindi, oltre ad essere finta la cucitura è inconsistente anche la suola che farà così sentire sotto la pianta ogni minima asperità.

Questi scherzetti, se così vogliamo chiamarli, non sono appannaggio solo degli uomini ovviamente.
Le grandi marche si sono accorte che stanno, fortunatamente direi, aumentando le donne attente alla qualità delle loro calzature. E così, come spesso capita anche nelle famiglie migliori, qui potete vedere la stessa cosa attuata su di uno stivaletto di un grande brand d’oltralpe.

Il problema qui è che la curvatura della suola, data dall’altezza del tacco, e il gambaletto rendono difficoltoso verificare a vista come sia la pianta all’interno. Anche se si riuscisse ad alzare il sottopiede sarebbe difficile allungare l’occhio fino all’interno. Più alto è il tacco, più è difficile fare questo tipo di verifica. Se ci passate, potete provare ad infilare la mano e tastare. Sul perimetro, dovrebbero sentirsi i punti, almeno leggermente.
E anche qui torniamo al controllo “visivo”. Valutate quindi lo spessore della suola.

Qui riesco a farvi vedere il confronto con uno stivaletto molto simile prodotto da Church’s, che fortunatamente mantiene un certo range di qualità. La differenza tra le due suole si nota. È evidente che su quello inglese è presente anche la suola in gomma, sopra a quella in cuoio, ma è giusto per farvi capire con quali spessori dovreste aver a che fare.

Quello indica, abbastanza spesso, la possibilità che la cucitura della suola sia reale o fittizia.

Da questo dipenderà, come sopra, anche il peso della scarpa.

Con questo non voglio dire “non acquistatele” , perché se vi piacciono e se per voi la spesa è accettabile, perché no? Purché l’acquisto sia CONSAPEVOLE di cosa sia. E si sappia così a quali problematiche si potrebbe andare incontro con l’uso e, sopratutto, cosa e quanto poter “chiedere” alle vostre scarpe.

Conto tutto questo vi sia utile e ci vediamo alla prossima…

Buoni passi!
Giacomo.

IO NON SONO CIO' CHE CREDI!

This is my town.
In Venice you walk a lot.

There are no cars, no bicycles can be used.

We use the boat a little, except for those who work there.

Walking a lot of shoes are fundamental and for this there is much attention to this article.

An attention that in me was born from an early age when I was carrying my mother’s shoes from the shoemaker and I… stayed there watching him work.

Dark Shop, gruff frown, Tuscan always in the mouth, smell of transparencies, glues that intoxicated… stunned, one of those images and those sensations that are in the mind, in the heart and in the nose!

The time and a series of vicissitudes have taken me away from my city, and to go through various roads ma…il my way brought me back to the shop! This time behind the counter I! Not even thirty, with a beard cured, so much desire to do, to learn, to experiment. With time, changes of residence, jobs etc etc. the “case” wanted me to take that path (it is the case to say it).
For 12 years I was a shoemaker, a shop in a shop, a city in the city, evolving, growing up. Understanding what I liked to do and what not! I managed to get out of the cliché of the “cobbler in Cave”, and always trying to establish, with the people who addressed me, a dialogue, suggesting little things, explaining my work, hearing. Perhaps this is the aspect of my work that I most appreciate. I love talking to customers, I love to devote time to them, I love to listen to their doubts, their perplexities, their curiosities sometimes even their outbursts. I still love to find solutions that can satisfy them fully,

I love to explain with simplicity and completeness what they are wearing, what involves using certain footwear, how it could prevent inconvenience and why a solution could be more suitable. I like to be honest with them, as a friend should be, and I know that this is appreciated by those who do not need falsehoods but dispassionate advice, as I know that at times this spying because you are not accustomed to bluntness, to frankness especially when you have to buy something. I don’t think it’s useful for anyone to lie, a dissatisfied customer is a lost customer, a lost customer is not a customer!

My goal is not to spend money, my goal is to make people feel good, to turn to me satisfied with what he bought or what he did not buy!

These are the reasons why I have made my passions and have, to some extent, invented a profession (in Europe we are in 2).

I am not a buyer, I am not a personal shopper in the strict sense of the term, I come with you, I listen, I observe, I evaluate your needs and the peculiarities that make you unique in the body and in the way of being. I propose solutions, alternatives and, if needed and there is no escape, I say NO!

Do not recommend a purchase, because a counselor can also advise against when this is to the advantage of his protégé. You can discover great things when you can talk and listen, in this case you can also make great strides in many ways, even in terms of health. A right or wrong shoe at your feet can make the day wonderful or heartbreaking, for pleasure or for duty you’ll have to wear them for many hours a day and the effects in the long run you see. I observe them every day as I walk through Venice looking at the legs and the soles of those who turn around me.
Professional deformation but it gives me even more motivation.

In this regard, on my blog There is a small article concerning the choice of shoes for children, few notions, basic but important. All this to clarify what I do, after many ask me and make it clear that it is not only a way to earn bread, is part of me, is sharing, is desire to be useful and to contribute to my way to the happiness of others!
Good steps and soon.