Come nascono i nostri acquisti? Come ottimizzarli?

Creare un guardaroba sostenibile e vantaggioso per voi, il vostro portafoglio e il pianete è ampiamente nelle vostre possibilità. E vi conviene.

Un po’ di giorni fa mi trovavo in provincia di Milano e avevo qualche oretta letteralmente da perdere. Purtroppo intorno non c’era nulla di interessante, pioveva e così mi sono dovuto mio malgrado infilare in un grosso centro commerciale. Andavo in giro polleggiando tra un negozio e l’altro quando ho pensato : “perchè non dare un’occhiata a cosa vendono nei soliti multibrand di calzature che ci sono qui dentro?” E così entro, anche perchè mi è capitato a volte di trovare articoli discreti a poco prezzo che dopo qualche piccola modifica son diventati buoni.

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Lo confesso, il primo impatto è stato sconfortante: negozio “piatto” e freddo, senza alcuno stimolo non dico ad acquistare ma neppure a curiosare. Purtroppo questi sono negozi fotocopia quindi immagino bene o male sia la situazione generale. Comunque non mi scoraggio mai e comincio a gironzolare e dopo poco comincio anche a chiedermi: ma come si fa a comprare certa roba? Una qualità media bassa e non parlo solo dei materiali. Stile, 0. Fermi a 10 anni fa, con la continua esposizione ad instagram che mediamente uno ha non capisco come sia possibile una tale differenza. Si passava da un classico preistorico (sopratutto per l’uomo) ad una trash estremo, questo sopratutto nel settore donna. Sui materiali, preferisco soprassedere, è la prima cosa su cui si risparmia soprattutto per le suole. Perchè anche se tanti acquirenti hanno un pelo di attenzione in più per la tomaia quasi nessuno ne ha per la suola. Ma nonostante la bassa qualità generale i prezzi non sono adeguati, anzi. Spesso la cifra richiesta è davvero sproporzionata, il rapporto qualità-prezzo totalmente sbilanciato.

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Perchè esistono negozi simili ? Non vuole essere una domanda snob, sia chiaro e ve ne illustro subito il senso. Nonostante l’attuale crisi generalizzata non dico continuino a prosperare, perchè le notizie di chiusure varie sono quasi all’ordine del giorno. Ma comunque resiste un certo tipo di proposta merceologica. Io credo sia dovuto a pigrizia indotta. Dagli anni del boom dei negozi di fast-fashion c’è stato un graduale ma inesorabile cambio di tendenza, volto sempre ad offrire enormi quantità di merce a prezzi ridotti ma con un margine di risparmio per cliente sempre minore. Il risultato finale di questo procedimento è stato una fidelizzazione di più generazioni di clienti che non tendono più ad accorgersi della “trappola” perfettamente organizzata.

Lo schema è stato fondamentalmente questo: nascita brand fast-fashion con prodotti da un corretto/ vantaggioso rapporto qualità-prezzo — lasso temporale in cui questo si è mantenuto — graduale calo della qualità ma non dei prezzi —lasso temporale di mantenimento di tendenza — calo qualità e prezzi — lasso temporale di mantenimento di tendenza — > tendenza degli ultimi anni : bassa qualità stabile ma rialzo dei prezzi. A ben vedere questo procedimento è perfetto; si è svolto nel giro di una 15ina d’anni tanto quanto basta a renderlo quasi impercettibile ma nel contempo far si che l’offerta si fosse mantenuta allettante e diventasse praticamente un’usanza consolidata. Al momento chi compra in certi posti cade in una trappola auto-costruita grazie alla comodità di non dover girare più negozi per trovare quanto si cerca. E’ tutto lì, a portata e qualsiasi stile si cerchi con la convinzione CHE NON CI SIANO POSTI IN CUI SIA POSSIBILE CON LA STESSA CIFRA AVERE DI MEGLIO!! E questa convinzione viene rafforzata da opportuni claim pubblicitari ogni volta che entrate in store e pompata alle stelle durante i “saldi”.

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Eccola la fregatura indotta da anni di lavoro sottile. E ci si è caduti dentro con tutte le scarpe, è proprio il caso di dirlo. Perchè quanto poteva essere vagamente reale 15 anni fa non lo è assolutamente più ora. Ma si è persa l’abitudine a pensarlo ed a cercare al di fuori dei confini auto-imposti dalla nostra poca voglia e mancanza di tempo. E questo è stato trasmesso involontariamente dai genitori alle generazioni successive, una specie di catena infinita. Eppure vi assicuro che riesco ad oggi a trovare scarpe con un buon rapporto qualità-prezzo semplicemente girando per più negozi della mia città o limitrofi a prezzi uguali o di poco superiori a quelli proposti nei megastore. In cosa si traduce questo? In articoli che durano di più, che riescono tranquillamente a superare magari 3-4 stagioni autunno/inverno diventando parte del vostro guardaroba, lasciandovi modo di abbinare e costruire intorno a certi pezzi un vostro stile che potrete mantenere negli anni appena vi renderete conto di aver trovato la linea giusta. E questo si traduce in grandi risparmi di denaro e anche tempo. Perchè non dovrete più girare per centri commerciali e negozi in cerca di parcheggio e articoli che vi sedurranno al momento per poi lasciarvi con l’amaro in bocca dopo pochi utilizzi.

Vi ripropongo l’etichetta per identificare i vari materiali che compongono la scarpa.

E così, senza quasi accorgervene, diventerete più SOSTENIBILI. Perchè il primo vero punto della sostenibilità è acquistare articoli che non si rivelino usa-e-getta, con la caratteristica di avere una vita più lunga e possibilmente siano anche riparabili. Quindi se voi da domani cominciaste a toccare, osservare, fermarvi un attimo prima di lanciarvi in un acquisto compulsivo comincereste davvero a fare la differenza sia per voi che per l’intero sistema mondo. Perchè sostenibilità non è solo comprare cibo bio o articoli certificati come tali. E’ anche regolare le nostre abitudini in maniera tale che siano sostenibili. E che vi piaccia o meno, il motore del mondo dalla notte dei tempi è il commercio e le vostre abitudini, indotte o meno, sono quello che ne regola l’andamento.

Quindi sappiate che il cambiamento è nelle vostre mani e nei vostri…piedi. Tra l’altro, parlando di scarpe migliore qualità = migliore salute con conseguenti minori spese a riguardo. E’ tutto collegato ed è assolutamente alla vostra portata, fin da subito. Buoni passi e a presto.

Giacomo.

CAMBIERA’ LO SHOPPING??

VOI CHE LEGGETE L’ARTICOLO AL LINK QUI SOTTO…

I negozi valutano saldi a settembre

Cosa ne pensate? VOI avevate preso in considerazione i saldi per i vostri prossimi acquisti? Ma sopratutto, avrà ancora senso parlare di saldi in futuro o perlomeno così come vengono gestiti oggi? C’è davvero qualcuno convinto che tutto questo non avrà conseguenze sul modo di vedere gli acquisti da parte delle persone, sul cambio di priorità, sulle possibilità di spesa, sull’approccio al nuovo. Come se -puf- passa la nuvoletta e giusto il tempo di asciugarsi un po’ e si ricomincia tutto come prima. Smaltire l’invenduto va bene, nulla deve andare sprecato e buttato ora più che mai MA se fatto in un’ottica nell’immediato futuro di cambio radicale del sistema produzione-vendita.

A riguardo condivido la posizione del Sig. Saverio Severini nell’articolo: In primis rallentare i tempi della moda, le risorse utilizzate per imbastire tutto il “circo” di cui vive e che serve a tenere in un costante stato di attenzione l’utente finale per non fargli perdere mai interesse verso l’argomento. Così da indurre l’istinto di emulazione dei vari testimonial fino al momento in cui viene dato libero sfogo a questo a tutti i livelli, anche e sopratutto di prezzo. Prezzo FINALE, senza tener conto di qualità sia del prodotto che della vita di chi produce. Che produce letteralmente montagne di articoli con miriadi di varianti, una sovrapproduzione che poi HA BISOGNO dei saldi per addirittura un mese o più, altrimenti come smaltisci non una ma spesso più stagioni residue ?

 

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Perchè c’è da cambiare il rapporto con il cliente non solo a livello di vendita ma sopratutto a livello di cultura, tornare a far percepire il valore reale di ciò che si vende, ed anche la DIFFERENZA di qualità tra prodotti con grosse differenze di prezzo ma magari estetica simile. Basta illudere la massa, l’effettivo rapporto qualità-prezzo deve tornare ad essere chiaro a tutti. Così tutti i livelli beneficeranno di una produzione ed un consumo più equilibrati. Ma solo chi fa e sopratutto vende può dare la spinta per questo processo. Trattando il cliente in maniera più attenta, facendolo sentire seguito e anche guidato verso ciò che più è adatto a lui/lei.

E così risvegliamo l’interesse, poi supportato dalle infinite possibilità di informazione del mondo di oggi. Chi lavora “nel bello” dovrebbe sentire una sorta di responsabilità verso ciò, perchè come fa un maestro elementare può iniziare a formare chi si trovi letteralmente a digiuno di nozioni a riguardo. E sappiatelo, nell’immediato futuro il mercato ALTO non guarderà più il brand, ma l’esclusività data dal prezzo rapportato al pezzo unico.

Fatemi sapere che ne pensate

Buoni passi

Giacomo.

 

Cofra

Buongiorno!

Come preannunciato poco tempo fa sui social, grazie alla collaborazione con una ditta di giardinaggio, ho potuto testare “sul campo” un paio di scarpe antinfortunistiche della COFRA.

Le avevo viste on-line e mi è piaciuto subito il loro stile, assolutamente differente dai soliti “sarcofagi” a cui siamo abituati.

Vi posso anticipare che sono molto leggere, confortevoli e pratiche.

Nella mia variegata vita lavorativa ho avuto modo di utilizzarne diversi modelli e qui il passo in avanti è notevole.

Eccole qui

La tomaia è totalmente in tessuto di grosso spessore -per delle sneakers- con il rivestimento esterno in denim. La fodera, come potete vedere dalle foto, ha una struttura che favorisce MOLTO la traspirazione del piede. L’accoppiata è robusta e conferisce una buona protezione da urti di media entità pur permettendo una grande flessibilità.

In questo aiuta decisamente il sottopiede, di una qualità non semplice da trovare anche in sneakers classiche di brand molto conosciuti. Questo è anatomico, antistatico e nella zona tacco ha uno spessore di ben 15mm. Gli shock sono adeguatamente ammortizzati. Lo strato superiore è in tessuto antibatterico, ed effettivamente si sente.

Venezia ha un clima moooolto umido ed in estate scarpe simili possono diventare delle saune in miniatura. Per questo ho voluto testarle in questa stagione. Per carità, impossibile non sudare. Però il piede esce non “ammollato” e gonfio, e non è cosa da poco dopo 8h di lavoro sotto il sole.

Come potete vedere è abbondantemente traforato con buchi precisi, ben definiti.

Il piede all’interno si trova quasi immediatamente a suo agio, entrare è facile anche lasciando solamente due buchi vuoti in zona caviglia. Si viene avvolti dalla scarpa che trasmette la sensazione di seguire esattamente il movimento del piede con una sensazione davvero bella di sicurezza nel passo.

Le cuciture sono accurate, robuste, nei punti cardine sono multiple e piccolo vezzo, sono a contrasto. Rosse.

Il puntale è in gomma, spessa, con rinforzo interno in alluminio in grado di reggere urti fino a 200 joule.

Il contrafforte è davvero robusto ed assicura anche alla zona del tallone una buona protezione.

Scordatevi il vecchio sistema della lamina in acciaio per evitare la perforazione della suola da parte di oggetti appuntiti. Qui il compito viene svolto da un tessuto anti-perforazione che protegge tutta la zona piede mantenendo inalterata la flessibilità. Ed il peso.

Passiamo alla suola. Altro punto cardine nella mia scelta. La volevo sia flessibile che antiscivolo.

Risultato raggiunto. Si muove benissimo; son saltato tra barche, rive, tronchi e quant’altro senza il minimo momento d’incertezza. La mescola è a bi-densità, resiste ad olii ed idrocarburi e il battistrada è scolpito in maniera tale da avere un effetto autopulente. Che funziona benone, il fango viene eliminato alla svelta.

Qui arriva un PERO’ …!

All’inizio l’idea era di utilizzarle per un periodo di 2 settimane. Fattostà che esattamente dopo due settimane mi accorgo che la suola si stava SPEZZANDO. Il battistrada per la precisione.

Sulla scarpa SX erano evidenti due punti in cui il materiale stava cedendo vistosamente.

Dopo l’iniziale delusione ho contattato il venditore. Il quale, dopo aver ricevuto -via whatsapp- le foto dimostranti il problema, mi ha sollecitato ad interromperne immediatamente l’utilizzo ed a renderle. Sono state cambiate subito con un paio dello stesso modello.

Che ho rimesso alla prova per altre 2 settimane, per par-condicio.

Come è andata? Tutto riconfermato e suola ancora integra. Inconvenienti che possono capitare, l’importante è che il fornitore sia celere e puntuale nell’accogliere ed aiutare il cliente. In questo ha un gran peso anche il brand produttore, che non deve rendere la “vita difficile” al proprio rivenditore per resi e sostituzioni del materiale acquistato.

Tornando alla suola, mi sento di sconsigliare queste scarpe per un’utilizzo simile a quello fatto da me.

Non perchè non siano in grado di svolgere il loro compito, anzi, ma il problema resta quello della durata. Per avere una suola flessibile ed aderente la mescola deve essere più morbida di quella mediamente utilizzata nelle calzature antinfortunistiche che vengono abitualmente scelte per svolgere certi lavori. L’abrasione è costante su terreni sconnessi e anche difficili. Ribadisco la perfettta tenuta ma dopo due settimane si notano certe “sbucciature” dei tasselli nella zona del tacco. Gli stessi non sono molto pronunciati e di qui l’usura precoce e più evidente.

Quindi credo che una scarpa simile possa essere perfetta per impieghi in officina, falegnameria, costruzione ponteggi e palchi, idraulico, elettricista, serramentista ecc… ecc…

Ovunque il piano di calpestio sia abbastanza regolare.

Personalmente ho il piede con pianta larga, magro e con collo poco pronunciato, quindi le osservazioni di comfort di cui sopra vanno riferite a strutture similari.

L’allacciatura è fitta e la capacità di ritenere il piede è buona anche lasciando più “aria” alla zona del collo. Quindi molto probabilmente risulteranno confortevoli anche a chi avesse questa zona del piede più pronunciata. Di contro non credo lo possano essere per chi si trovi ad avere un piede con struttura-ossatura più grossa; come detto prima sono molto avvolgenti e questa sensazione viene data velocemente dalla tomaia che necessita davvero di poco,dalla posizione neutra, per aderire al piede.

Nella confezione, ultima piccola chicca, vengono fornite con due paia di lacci. Molto robusti, un paio rosso ed un paio bianco.

E con questo è tutto; come al solito resto a disposizione per eventuali informazioni aggiuntive, chiarimenti, perplessità.

Per info, collaborazioni e consulenze:

Info@jackbabush.com

+393487986855

Punti importanti

Questa volta cerco di darvi alcuni strumenti per prevenire acquisti che vi riservino sorprese.

Qui potete vedere in primo piano la suola di una calzatura che, a prima vista, pare dotata di cucitura Blake su fondo cuoio, in canalino aperto e inserto antiscivolo in gomma.
Una scarpa dotata di una dotazione di tutto rispetto quindi. Peccato sia tutta apparenza.

Cominciamo con la prima cosa che deve assolutamente colpirvi quando maneggiate una scarpa come questa. IL PESO. Una suola così configurata non può essere leggera poiché tutti gli elementi che la compongono necessitano di spazi e spessori ben precisi e sotto i quali non si può, fisicamente, andare.

A questo punto potete dare un’occhiata al sottopiede. Se non è completo, ovvero non ricopre tutta la lunghezza dell’interno, si dovrebbero vedere i punti della cucitura nella zona in cui appoggiate la pianta del piede.
Se fosse completo, provate ad alzarlo, senza far danno. Se i famosi punti non fossero visibili, ci sono ottime probabilità che siano FINTI.
Se il sottopiede fosse completo e non rimuovibile provate a spingere con il dito dalla parte dell’inserto in gomma verso l’interno, diciamo. Se risultasse troppo cedevole, vuol dire che la sostanza proprio non c’è.

Come in questo caso. Vedete che i punti all’interno non si vedono, ed anzi tolto il sottopiede appare subito la parte intrena dell’inserto in gomma. Quindi, oltre ad essere finta la cucitura è inconsistente anche la suola che farà così sentire sotto la pianta ogni minima asperità.

Questi scherzetti, se così vogliamo chiamarli, non sono appannaggio solo degli uomini ovviamente.
Le grandi marche si sono accorte che stanno, fortunatamente direi, aumentando le donne attente alla qualità delle loro calzature. E così, come spesso capita anche nelle famiglie migliori, qui potete vedere la stessa cosa attuata su di uno stivaletto di un grande brand d’oltralpe.

Il problema qui è che la curvatura della suola, data dall’altezza del tacco, e il gambaletto rendono difficoltoso verificare a vista come sia la pianta all’interno. Anche se si riuscisse ad alzare il sottopiede sarebbe difficile allungare l’occhio fino all’interno. Più alto è il tacco, più è difficile fare questo tipo di verifica. Se ci passate, potete provare ad infilare la mano e tastare. Sul perimetro, dovrebbero sentirsi i punti, almeno leggermente.
E anche qui torniamo al controllo “visivo”. Valutate quindi lo spessore della suola.

Qui riesco a farvi vedere il confronto con uno stivaletto molto simile prodotto da Church’s, che fortunatamente mantiene un certo range di qualità. La differenza tra le due suole si nota. È evidente che su quello inglese è presente anche la suola in gomma, sopra a quella in cuoio, ma è giusto per farvi capire con quali spessori dovreste aver a che fare.

Quello indica, abbastanza spesso, la possibilità che la cucitura della suola sia reale o fittizia.

Da questo dipenderà, come sopra, anche il peso della scarpa.

Con questo non voglio dire “non acquistatele” , perché se vi piacciono e se per voi la spesa è accettabile, perché no? Purché l’acquisto sia CONSAPEVOLE di cosa sia. E si sappia così a quali problematiche si potrebbe andare incontro con l’uso e, sopratutto, cosa e quanto poter “chiedere” alle vostre scarpe.

Conto tutto questo vi sia utile e ci vediamo alla prossima…

Buoni passi!
Giacomo.

Due passi lassù…

…dove il cielo è più blu.

Buongiorno! Questa volta usciamo dai classici canoni a cui vi ho “abituato” e facciamo una capatina nel mondo del trekking!

Io pratico per lo più Escursionismo, che per me equivale a lunghe camminate possibilmente sui 2000mt. Se lungo il tragitto si trovano brevi ferrate, nevai o guadi va benissimo. Camminare sotto la pioggia va benissimo. Quasi mai arrampicata.

Per anni ho utilizzato scarpe in cuoio grasso, a volte con inserti in tessuti tecnici, tutte tassativamente impermeabili. Sempre cercato costruzioni solide, massicce. A volte troppo, probabilmente.

Le ultime, Tecnica, hanno cominciato a cedere due anni fa, dopo quasi 10 di onoratissimo servizio. Mai neppure un’infiltrazione, nonostante la membrana impermeabilizzante non fosse la più blasonata goretex ma tecni-dry. Ottima.

Questo per dare una panoramica sul tipo di utilizzo che le mie scarpe devono affrontare e i criteri di scelta che utilizzo durante il loro acquisto.

Bene, due anni fa ho deciso di dare un taglio all’abitudine e andare su qualcosa di totalmente nuovo,per me.

Ed ho comprato queste…

Di pelle, nemmeno l’ombra.

Tutti tessuti tecnici, classificate Waterproof, linea sportiva e suola dal disegno quasi running. Leggerissime. Made in China.

Volevo davvero mettermi, e metterle, alla prova.

E così, dopo 2 anni di uscite nelle condizioni sopra descritte, ( per gradi ovviamente,la diffidenza in certe circostanze😁…) oggi tiro le somme sperando vi possa essere utile.

PREGI:

Leggere.

Flessibili.

Buona impermeabilità.

Buon grip.

Costruzione robusta.

La costruzione è solida, non soffrono nemmeno nelle corse giù per i ghiaioni. I materiali e tessuti utilizzati sono di qualità, anche l’aspetto non è vissuto dopo vari strapazzi. Su questo avevo dubbi, lo confesso.

Ottima la soluzione degli occhielli cuciti, da una grande robustezza senza rischio che saltino pezzi. Hanno solo due coppie di gancetti metallici.

Il loro punto forte è l’estrema comodità di calzata. Favolose. Le tieni ore ed ore senza accorgertene, non le togliersti mai. Io ho un piede magro con pianta larga e collo poco pronunciato. L’allacciatura è ben progettata e fa si che il piede sia ottimamente contenuto ma non bloccato. Essenziale nelle discese ripide. Decisiva, nella camminata, si è dimostrata questa linguetta di contenimento blu che vedete nella foto, dietro.

Rende infilarle un po’ più complicato, se non le slacciate per un bel pezzo, ma si ripaga con un lavoro egregio. Il piede sta comodo e non si sposta. Un calzascarpe facilita molto.

La loro flessibilità è dovuta anche alla leggerezza della suola, cosa che non è sempre un pregio, come vedremo.

Il grip è molto buono sui fondi molto accidentati, aiutato anche dalla suddetta flessibilità, molto buono su fango e rocce bagnate-scivolose, buono su fondo boschivo, discreto su pietrame di dimensione ridotte. Questo per via del battistrada con scolpiture e chiodi poco profondi. Lì a volte si perde.

Devo dire che pur non essendo Vibram la mescola utilizzata è valida.

L’impermeabilita‘ va in crisi solo con immersione continua e prolungata oltre i 2 minuti, stando immobili in acqua corrente. Se si cammina in acqua per brevi tratti, tutto ok fino quasi alla caviglia. Neve, nessun problema se non affondate per lunghi tratti. Buon risultato.

DIFETTI

Suola troppo leggera.

Impermeabilità non eccelsa.

Sottopiede di scarsa qualità.

La suola ha presentato questo problema, per me grosso, praticamente subito. Si sentivano le punte dei sassi più grossi sotto la pianta del piede, davvero snervante sul lungo. Però il fatto di flettere benissimo dando molta presa al piede mi ha spinto a cercare una soluzione, semplice a dir la verità, prima di eliminarle. Ho cambiato sottopiede con uno molto più serio, con inserti ammortizzanti e rinforzi nei punti giusti. ORA vanno molto molto meglio e le uso con piacere!

L’impermeabilita è buona ma migliorabile. Sotto un’acquazzone tremendo di quasi un’ora ho cominciato a sentire un po’ di umidità. Prova dura, direte voi, ma io Odio avere i piedi bagnati dentro scarpe di questo tipo. Per sicurezza, se il meteo è incerto, prima di partire una spruzzata di Collonil Carbon Pro. E sto a posto.

Il sottopiede, veramente bruttino, era causa di scarso comfort per me. Troppo leggero, unito alla suola anch’essa leggera, rendeva l’utilizzo ostico. Risolto, come detto sopra.

Bene, a questo punto direte voi, le ricompreresti?!?

SI, come dico sempre tenete conto dell’utilizzo che dovrete farne. Non sono calzature da utilizzo estremo o durissimo, hanno dei piccoli difetti che possono rivelarsi enormi in certi ambiti. Sono ben fatte, facilmente reperibili nei negozi specializzati anche in montagna. Hanno un rapporto qualità-prezzo davvero buono. Facilmente le troverete sui 110-130€ massimo.

Se quanto ho scritto dall’esperienza sul campo vi sembra adatto a voi, corrisponda alle vostre esigenze, andate a provarle.

Marca: CMP

Modello: RIGEL

Buoni passi, a presto!

Giacomo.

Croce o Delizia?  Gentildonne,  Rene vi vizia!

Buongiorno! Oggi vi propongo una piccola recensione. Qualche giorno fa, complice la richiesta di una cliente, sono andato a valutare una calzatura. Questo sandalo sling back, open-toe, in raso nero, caratterizzato da un’elegante incrocio in perle sul collo del piede. Lo produce Rene Caovilla, brand di assoluta eccellenza. Oltre ad essere sicuramente molto bello, elegante e raffinato, è anche ben pensato. Sì, perché l’estetica non può e non deve essere l’unico metro di valutazione di una calzatura. E io faccio in modo sia così. Subito Mi ha colpito l’incrocio di perle. Idea di stile ma che può avere alcune criticità. Lo sfregamento sul collo e la capacità di resistere alle forze in gioco durante il passo, sono le due principali. Qui sono affrontate con perizia. Le perle, di per se, sono già un’idea furba in quanto sferiche. Quindi potremmo definirle “morbide” sulla pelle. Quella che si trova nel punto esatto di giunzione dell’incrocio e’ stata per di più smussata dal lato interno. Gli anellini con castoni a tutto tondo hanno un diametro lievemente inferiore alle perle, così restano elegantemente proporzionati senza interferire con la loro superficie. Il tutto è assemblato utilizzando filo in ACCIAIO, non nylon come troppo spesso accade e le cui conseguenze potete immaginare. Attenzioni che rendono la calzatura decisamente più solida nella sua scintillante eleganza e pratica nell’utilizzo. Qualità che, su questi articoli, non sempre coincidono. Anche Il resto non presenta incertezze o falle. Concludiamo su questa piccola meraviglia con la suola finemente glitterata, oramai segno distintivo del brand. E poi si vedrà al piede, vera prova decisiva.

https://www.renecaovilla.com/it/sandalo-in-raso-e-perle.html